Una festa di tre giorni, 28 29 e 30 giugno, attesa non solo dai galatinesi ma da tanti visitatori vicini e lontani. Un evento fra sacro e profano, per rivivere il nostro bellissimo centro antico, iniziare al ritmo della pizzica l’estate salentina, visitare i nostri Santi Protettori e ripetere peccati di gola con spumoni, mafalde e pasticciotti. Per deliziarsi al ritmo della banda o contaminarsi e reinterpretarsi insieme a grandi artisti del Sud. Per non mancare all’appuntamento con la Fiera Campionaria, al grande Luna Park, tra le bancarelle, sotto i portali delle luminarie, allo spettacolo dei fuochi d’artificio.
La tradizione racconta che i due santi fecero tappa a Galatina durante i loro viaggi di evangelizzazione.
San Pietro, nel viaggio da Otranto a Taranto, fece tappa a Galatina, fermandosi nel podere “Pisanello” in contrada San Vito e qui trovò riposo su una grossa pietra che attualmente viene custodita nella Chiesa Matrice. Per questo i galatinesi scelsero l’apostolo come protettore e a lui fu dedicata la Chiesa Matrice e la città prese il nome di “San Pietro in Galatina” ma poi con il tempo ritornò poi a chiamarsi Galatina.
L’apostolo Paolo fu ospitato da un religioso galatinese nella propria casa, dove poi venne edificata una cappella oggi chiamata la Chiesetta di San Paolo. In quella casa esisteva un pozzo, (tuttora è possibile trovarne traccia), la cui acqua aveva il potere di guarire quanti venivano morsicati da animali velenosi. Al feudo di Galatina il santo concesse l’immunità dal veleno dei serpenti e da ogni altro animale velenoso, soprattutto le tarantole.
Così ogni anno nel giorno della festa le donne morsicate dallle tarantole accorrevano per invocare la guarigione.
Chi accompagnava la tarantata attingeva acqua da quel pozzo con un secchio e la dava da bere alla donna che ne bevevo tanta fino a vomitarla tutta nel pozzo dove comparivano serpenti che tentavano di afferrarla. Chiusa l’imboccatura del pozzo con il coperchio il miracolo era compiuto.
Agli inizi degli anni cinquanta il pozzo, con ordinanza del sindaco, venne fatto murare per motivi igienici dopo che la falda si era inaridita.
Col tempo il rito delle tarantate è andato via via scomparendo.
In concomitanza con i festeggiamenti dei Santi Patroni Pietro e Paolo, da un anno si riapre al pubblico, ristrutturata da poco, la Cappella di San Paolo, piccola costruzione barocca risalente al XVIII secolo, la stessa dove sgorgava l’acqua che aveva il potere di guarire quanti venivano morsi dalle “tarantole”.
La Festa di San Pietro e Paolo è molto sentita e ancora oggi vengono ricordati “i tarantolati”, qui sono stati presenti fino agli anni 80, con la rievocazione delle loro movenze, che ogni anno si recavano a Galatina per chiedere la grazia della guarigione al Santo.
Galatina si veste di suoni, musica e colori, e accoglie moltitudini di persone che vengono ad assistere a questa celebrazione.