“L’impianto urbano sembra condizionato dal tracciato di strade di antica frequentazione. Tipico casale aperto dove le abitazioni si sono organizzate intorno ad un edificio religioso o nelle immediate vicinanze della dimora baronale.
La presenza di una depressione del terreno lungo la strada che dalla costa jonica conduceva a quella adriatica e la possibilità di coinvolgere le acque piovane nelle tipiche “pozzelle” scavate nel fondo di questo naturale avvallamento, incoraggiò quasi sicuramente il nuovo insediamento”.
Non si hanno notizie certe sulle origini di Zollino.
La presenza sul suo territorio di testimonianze preistoriche, “i Dolmen e i Menhir” (quest’ultimi costruiti da un masso monolitico di forma squadrata infisso nel terreno a scopo religioso e funerario o geografico), sorte tra il II e il I Millennio a.C., prima che si sviluppassero le civiltà messapiche, fa supporre che questo territorio sia stato abitato, già nella Preistoria, da tribù primitive nel loro graduale passaggio da ovest verso est secondo alcuni, provenienti dall’Africa secondo altri. La presenza massiccia delle “statue” e la mancanza sia di reperti archeologici sia di particolari opere di fortificazione di epoca messapica, fa supporre che i raggruppamenti etnici in tribù e le strutture insediative di tipo urbano rimasero, nel territorio di Zollino per lo più modesti, sottoposti e governati dal vicino centro messapico di Soleto.
Ecco quindi prendere corpo la prima ipotesi sull’origine del paese: lo stemma di Zollino è il Sole, l’esemplare più antico esistente è quello che si ritrova incastonato sulla porta dell’ingresso principale della Chiesa Matrice e raffigura appunto un Sole raggiante e incoronato, sorretto da due leoni rampanti, che in questo caso hanno funzione decorativa. Il Sole è dunque la figura simbolica dominante la cui interpretazione rimanda al nome del paese e alle sue origini.
Zollino sarebbe sorto in epoca messapica, in quella vasta area che ricadeva sotto il dominio di Soleto, fiorente città messapica. E’ noto che la città dei Messapi, a differenza delle “polis” greche la cui giurisdizione non andava molto al di là delle mura urbane, si circondava di un ampio territorio che aveva funzioni di cuscinetto protettivo e nel quale ricadevano villaggi e casali minori.
Soleto non fece eccezione a questa regola e Zollino fu uno dei suoi Centri-Satellite. Ciò è dimostrato dai resti delle grandi mura soletane che si proiettavano verso Zollino quasi per proteggerla ma anche per ricavarne protezione.
Zollino però, pur gravitando in quell’area, non fu un abitato insignificante, anzi ebbe una funzione di particolare importanza: infatti è stato un punto strategico di convergenza dei traffici tra i paesi della costa jonica e quelli della costa adriatica. Ed ha mantenuto questa funzione anche in epoche successive, non è un caso infatti che in alcune antiche carte geografiche la posizione del paese è ben evidenziata per indicare appunto la sua centralità nel percorso est-ovest della penisola salentina.
Zollino, comunque, compì il suo cammino di sviluppo rimanendo sempre in stretto contatto con Soleto, da cui il nome “Soletium” che divenne poi “Sollinum” quindi “Zullino” ed infine Zollino (piccola Soleto / paese sorto nei pressi di Soleto) e lo stemma civico, il sole simbolo anche di Soleto che potrebbe rappresentare il culto predominante presso le popolazioni del luogo in età tardo-romana.
La seconda ipotesi vuole Zollino fondata dagli abitanti dell’antico casale di Apigliano, oggi scomparso.
I recenti scavi che hanno permesso agli archeologi di ipotizzare l’esistenza di un insediamento tardo-romano nel centro del casale, ed il nome “Apigliano”, riportato in antichi documenti medioevali, lo farebbero risalire al periodo romano, quando i numerosi villaggi sorti sul territorio salentino, prendevano il nome dal veterano-colono a cui venivano assegnati.
L’antico casale di Apigliano risulta vicino al nucleo urbano di Zollino, ai limiti del territorio comunale, tale località fino al XVIII secolo era riportata come pertinenza di Zollino (catasto conciario del 1746) per un errore di trascrizione degli atti ufficiali, venne assegnato dall’800 in poi al comune di Martano.
Nel periodo pre-romano, quindi, può essere ipotizzata la formazione di una “Koinè” zollinese, che vede come nucleo originario, un insediamento abitativo nei pressi dell’attuale Masseria di Apigliano.
Abbandonato, probabilmente, a causa della scarsa fertilità dei terreni circostanti il sito è rimasto nella memoria degli abitanti di Zollino come un luogo inospitale, si racconta infatti che il casale fu abbandonato in seguito ad una grande invasione di vipere e serpenti.
In epoca bizantina, Zollino come tutta l’area centrale della terra d’Otranto, definita Grecìa Salentina, fu coinvolta dal fenomeno dell’ emigrazione ellenica. Usi, tradizioni, costumi e lingua cambiarono. Pur in mancanza di particolari insediamenti basiliani, come cripte in grotte naturali o chiese rupestri, a Zollino si ebbero sia una popolazione grika sia l’uso della liturgia orientale, prove di una realtà bizantina presente nel casale.
Nel Medioevo “Zullino” appartenne alla contea di Lecce governata dai normanni di Altavilla. Nel 1192 re Tancredi, lo donò, insieme al casale di Sternatia al Cavaliere Berlinghiero Chiaromonte nominandolo barone. Nel 1384 ne divenne proprietaria Maria D’Enghien e quando sposò Raimondello Orsini del Balzo, conte di Soleto, portò in dote anche Zullino che così, fece parte del Principato di Taranto.
Sempre la famiglia Chiaromonte, la ritroviamo come feudataria di Zullino con Tristano di Clairmont (Chiaromonte) che sposò nel 1419, Caterina figlia di Raimondello Orsini del Balzo e Maria D’Enghien.
In seguito, varie famiglie nobiliari portarono il titolo di Barone di Zollino, tra queste la famiglia Gentile, Alifi, Sarlo, Simonetta, Villapiana, Granafei, Ghezzi.
Zollino cessò di essere feudale nel 1806.
Dal XV secolo in poi le notizie sul casale di Zollino derivano dalla lettura degli atti delle sante visite che descrivono gli edifici sacri esistenti sul territorio e parlano di usi e costumi della popolazione.