Non sono certe le origini di Sternatia: Plinio e Tolomeo attribuiscono origini greco-cretesi all’abitato, identificandolo con la citta messapica di Sturnium, alla quale però, gli studiosi non hanno ancora dato una collocazione geografica certa.
La tradizione vuole che, anticamente, qui vi fossero sette masserie fortificate, le quali per potenziare le loro capacità di difesa, si unificarono, dando vita ad un centro (chora) che risultò temibile.
Il centro storico si sviluppa su una pianta rettangolare attraversata da una strada rettilinea, via Platea, (via larga).
Le mura, edificate nel 1334, furono poi distrutte dai turchi. Nello stesso periodo furono scavati camminamenti che collegavano tra loro i tanti frantoi ipogei e portavano all’esterno del paese.
Nel 1481 Sternatia divenne quartiere generale delle truppe aragonesi incaricate di liberare Otranto.
Testimoniano il periodo bizantino le cripte di S. Sebastiano e S. Pietro.
Da visitare l’ex convento dei Domenicani, la porta Filia (dell’amicizia), il campanile, palazzo Granafei ed una serie di piccoli cortili (Avleddhe).
Dal 1808 al 1832, a Sternatia fu aggregato il Comune di Martignano, forse per la scarsità di popolazione di quest’ultimo. Nel 1864 il paese incomincio a usufruire della Ferrovia Lecce Maglie-Otranto. Nel 1910, in Piazza Umberto I, fu scavato da Eugenio Perrone un pozzo pubblico (frea) della profondità di 75 metri, dotato di pompa e motore.
Oggi, Sternatia è considerato il cuore della cosiddetta Grecìa Salentina, non solo per la sua alta percentuale di parlanti greco-salentino, ma anche per il movimento culturale dovuto al fattivo lavoro di tante associazioni culturali, gruppi musicali e singoli studiosi che rendono dinamica la vita del paese. Sternatia, o Chora (come è chiamato dai più anziani), è il paese ellenofono più visitato dai turisti Greci e più frequentato dagli studiosi di lingue minoritarie e di tradizioni popolari, perché è l’unico paese ad aver conservato l’uso della lingua greco-salentina anche tra le giovani generazioni.